In evidenza

Grazie (28 aprile 2016)

Leggi nei miei occhi

questo fango

e sai che ho scelto io

di farmi male.

 

Non serve parlare ora,

motivare

ciò che tu hai compreso

certo più di me.

 

Non ci credo che sei qua

e rimani,

mi ami senza pretesa

senza attesa.

 

Mano che benedice,

sei vicino

nello sguardo complice

che porto con me.

Paura libera (08 aprile 2024)

Nascosta non vuol dire persa. Silente non vuol dire morta.

In gabbia era impotente.

Ora son libera e morde.

Le ho dato un nome. L’ho guardata in faccia.

Fuori gabbia è potente.

Ora son libera e tremo.

Cerco di toccare le tue radici. Cerco di ascoltare ciò che chiedi.

In gabbia ero dormiente.

Ora son libera e temo.

Hidden does not mean lost. Dumbledore doesn’t mean dead.

In the cage she was helpless.

Now I’m free and she bites.

I gave her a name. I looked at her face.

Out of the cage she is powerful.

Now I am free and I tremble.

I try to touch your roots. Try to listen to what you ask.

In the cage I was asleep. Now I’m free and I’m afraid.

Lo sapevo – I knew it (27 ottobre 2023)

Lo sapevo.
Lo sentivo dentro.
Eppure non mi sono fidata.

Era vero.
Era così chiaro.
Eppure tutto diceva altro.

Mille voci non fanno la verità.
Mille voci non sono realtà.

Lo vivevo.
Lo portavo dentro.
Eppure ho ascoltato loro.

Era vero.
Era così chiaro.
Eppure ho dubitato di me.

I knew it.
I felt it inside.
Yet I didn’t trust it.

It was true.
It was so clear.
Yet everything said something else.

A thousand voices do not make the truth.
A thousand rumors are not reality.

I live it.
I carried it inside.
Yet I listened to them.

It was true.
It was so clear.
Yet I doubted myself.

Crepe (08 marzo 2023)

A volte vorrei una vita ordinata. Una vita dove le cose vanno al loro posto nell’ordine migliore, dove le novità arrivano al momento giusto e tutto si incastra alla perfezione. Una vita da vivere facendo l’analisi logica. Senza errori grammaticali e con le subordinate al loro posto.

Poi c’è la mia vita che da sola ne comprende almeno tre. Ognuna di queste confusa, fuori tempo, mai l’ultima. Fasi che si sovrappongono, iniziano nel momento peggiore e non riescono a terminare quando dovrebbero.

Volevo punti fermi e ho una collezione di interrogativi. Mi sono esercitata a posizionare punti e virgola, ma sono finita ad amare gli esclamativi fuori luogo.

Volevo un castello grandioso, con contorni da fiaba e tinte pastello, ma ho solo un muro pieno di crepe. E quanto amo ognuna di quelle crepe.

Sometimes I wish for an orderly life. A life where things fall into place in the best order, where news arrives at the right time and everything fits perfectly. A life to live doing logical analysis. Without grammatical errors and with the subordinates in their place.

Then there is my life which alone includes at least three. Each of these confused, out of time, never the last. Phases that overlap, start at the worst time and fail to finish when they should.

I wanted firm points and I have a collection of questions. I’ve practiced placing semicolons, but I’ve come to love the misplaced exclamations.

I wanted a grand castle, with fairytale contours and pastel colors, but all I have is a wall full of cracks. And how I love each of those crepes.

Fuoco negli occhi (20 febbraio 2023)

Ne basta uno, un solo sguardo, per perdersi.

Gli occhi catturano l’immagine, la imprimono sul cuore e te la ritrovi che circola nel sangue, ti occupa la testa.

O forse è proprio la mente che decide di non lasciar scivolare via quel volto, quelle parole. Altre mille sono passate velocemente e invece quello sguardo resta.

Non so come, non so perché, ma quello sguardo non passa più. Il giorno dopo e il giorno dopo ancora ti ritrovi lì. Potresti ancora girarti, forse, ma non lo fai.

Non pensavi fosse possibile, non così. Eppure quella luce non è più fuori. La vedi davanti a te, ma ti brucia dentro.

Ne basta uno, un solo sguardo, per ritrovarsi.

Avevi detto mai e ora lo sei. Pensavi di poter chiudere gli occhi e ora non vuoi. Volevi certezze e ora ti metti in discussione. Pensavi di avere le risposte, ma avevi solo ignorato le domande.

E continui a guardare, a volte vicina, a volte distante, ma bruci lo stesso. Hai il fuoco negli occhi e non vuoi spegnerlo.

One, a single glance, is enough to get lost.

The eyes capture the image, imprint it on the heart and you find it circulating in your blood, occupying your head.

Or maybe it’s just the mind that decides not to let that face, those words slip away. Another thousand have passed quickly and instead that look remains.

I don’t know how, I don’t know why, but that look never goes away. The day after and the day after that you are there. You could still turn around, maybe, but you don’t.

You didn’t think it was possible, not like this. Yet that light is no longer outside. You see it in front of you, but it burns inside you.

All it takes is one, a single glance, to find yourself.

You said never and now you are. You thought you could close your eyes and now you don’t want to. You wanted certainties and now you question yourself. You thought you had the answers, but you just ignored the questions.

And you keep looking, sometimes close, sometimes far, but you burn anyway. You have fire in your eyes and you don’t want to put it out.

Dentro (23 giugno 2022)

Parla, grida, urla.

Che se non esplode si diffonde. Dentro.

Scrivi, piangi, urla.

Che se non si vede è forte. Dentro.

Parla, grida, urla.

Che non è il silenzio a salvarti. Dentro.

Inside

Talk, scream, aloud.

That if does not esplode it spreads. Inside.

Writer, cry, aloud.

That if doesn’t seen it is strong. Inside.

Talk, scream, aloud.

It isn’t silence that saves you. Inside.

Assurdo (Anastasio)

A volte una parte della poesia che avresti voluto scrivere si trova già da qualche parte. Spesso in una canzone.

Avrei voluto che questo ritornello continuasse all’infinito per gridare il mio dolore, il nostro dolore. Invece no. Il brano va oltre e canta un amore assurdo. Tutti abbiamo il nostro amore, la nostra ragione di vita, quella voglia di andare avanti che a volte resta sul fondo, a volte è sommersa, ma non finisce di stupirci per la sua resistenza. Un amore assurdo perché esiste e non dovrebbe in mezzo a tanto dolore. E invece sta ancora lì.

Basta il ritornello di questo brano di Anastasio. Dolore assurdo. Non c’è definizione migliore. Il dolore è assurdo. Sai perché? Perché esiste. Il mio dolore è diverso dal tuo, ma entrambi hanno una cosa in comune, sono assurdi perché esistono. E non dovrebbero.

Assurdo by Anastasio